Il giudice e il bambino | Dario Levantino

Fazi Editore, 12 marzo 2024
Pagine: 252
12 €

di Carla Bonfitto

“Il giudice e il bambino” è stata la mia prima lettura dell’anno nuovo (nel mese di gennaio 2024) e l’ho custodita gelosamente nel mio cuore. 

È difficile separarsi dalle storie di Dario Levantino e non solo per la profonda amicizia che mi lega a lui, ma perché la sua scrittura arriva ancora prima delle parole.

I suoi libri sono sempre una garanzia per me e per tanti che li leggono con piacere.

A fatica lascio questa storia e i suoi personaggi.
Cosa leggeremo: una fiaba o la realtà?

La storia si snoda tra il vero e la finzione e racconta uno degli avvenimenti più sconvolgenti degli anni Novanta: la strage di via D’Amelio, in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino, e l’uccisione di Giuseppe Di Matteo per mano della mafia. 

Il piccolo Di Matteo aveva solo una colpa: essere il figlio di Santino Di Matteo, collaboratore di giustizia ed ex-mafioso. Fu ucciso l’11 gennaio del 1996 a soli 15 anni, strangolato e sciolto nell’acido dopo 779 giorni di prigionia “senza vedere né giorno né notte e senza parlare con nessuno…”

Questo è quello che sappiamo, anche perché la notizia ebbe vasta eco mediatica.

Quello che dobbiamo sapere, per andare oltre la storia e avere la consapevolezza della crudeltà di determinati accadimenti,  ce lo racconta invece Dario Levantino.

Dopo l’ultimo romanzo “Il cane di Falcone” ora siamo pronti per un’altra storia, ma questa volta siamo in paradiso.

“Mi chiamo Paolo Borsellino, ho cinquantadue anni e suppongo di essere morto da poco.”

In quel luogo il paesaggio è meraviglioso, le nuvole sono morbide e poi sono tutti vestiti di bianco. Nessuna differenza di razza, di provenienza, ma tutti uguali. 

E così, una volta arrivato in paradiso, a Paolo Borsellino viene assegnato da Dio l’ufficio n. 7 “ufficio anime irrisolte” e pratiche da svolgere di persone che hanno lasciato irrisolto qualcosa sulla terra. Al giudice il compito, quindi, di risolvere i casi intricati e permettere così alle anime di essere pronte per il paradiso eterno. 

Tutto sembrava filare liscio come l’olio fino a quando non gli viene assegnato un caso, che nessuno voleva, di un bambino: Giuseppe Di Matteo.

 “…e mi chiedevo con quale coraggio mai un essere umano…” 

Un caso difficile anche per lui, ma risolverlo sarà una sfida per il giudice che ha lasciato qualcosa o qualcuno sulla terra, tanto da struggersi anche nel paradiso. 

In fondo “Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia”, come non ricordare questa frase struggente de “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni pronunciata da Lucia durante la sua prigionia dall’Innominato. Ma l’Innominato aveva fatto il mea culpa, quello che ci aspetteremmo oggi da chi ha compiuto efferati crimini che, come nel caso del piccolo Di Matteo, difficilmente potranno essere perdonati. 

Misericordia. Ma dov’è la misericordia? Esiste la misericordia di Dio? 

Se lo chiede il musicista Colyn, un personaggio che compare nel romanzo con i suoi dubbi e con la sua simpatia travolgente.

In questo viaggio non mancheranno momenti di alta commozione come l’incontro tra Giuseppe e Mottino, il suo cavallo che vaga nel paradiso come se non avesse più una meta.
Ritrovarsi, questo conta, per l’ultimo saluto necessario perché “la gioia ha mille spartiti” e anche se si canta sempre “lo stesso ritornello” è perché quella musica ci appartiene e ci rinsalda nella fede.

Levantino ci accompagna in un percorso interiore che trova soluzione in quello che noi compiamo sulla terra e chissà, se un giorno, quanto di bene abbiamo seminato troverà rispondenza nel paradiso.

Dario Levantino ancora una volta conquista i lettori con una prosa curata, delicata e attenta ai dettagli e agli eventi difficili da “digerire”. 

Un libro da leggere, adatto a qualsiasi età, per non dimenticare mai e per preparare le nuove generazioni a costruire un futuro e un mondo migliore.

“Chissà come sarebbe bello invece un manuale di storia senza cose brutte.”

Sul blog trovate tutti i libri di Dario Levantino.

In tempi non sospetti, con Salvatore D’Alessio libraio Ubik Foggia.
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