L’uomo che vendette il mondo | Alessandro Galano

Scatole parlanti, 2021
Pagine 350
Euro 15

di Carla Bonfitto

Curiosità, arte, musica, c’è l’imbarazzo della scelta nel primo romanzo di Alessandro Galano che ha incastrato tutto al posto giusto, a partire dalla copertina suggestiva e particolare.

Le descrizioni sono veramente minuziose e profonde, tanto da immaginarle e viverle.

Galano in questa storia, che a volte può sembrare tanto surreale, ci coinvolge in prima persona, da veri protagonisti, impegnandoci nella ricostruzione degli eventi che sono trasportati dal tempo. 
Un tempo che ci avvolge, che ci porta indietro e in avanti. Un tempo labirintico come lo è la vita. Avanti e indietro. Tutto finisce. Tutto ritorna. 

Alessandro Galano mi presenta la sua storia come strana. Io gli sorrido e comincio a leggerla. 
Strana? Decisamente strana e originale, direi. È nuova, non è scontata ed è ricca di colpi di scena. Non immagineresti mai dove va a finire.

È un tenero abbraccio nel fluire della vita stessa e che accompagna la storia di Santo Bardi, docente precario di trentacinque anni nel secondo decennio dell’anno 2000.
Un Docente con la Valigia, la sua the bridge, che resiste alle incurie del tempo e che offre riparo anche dalla pioggia. Una pioggia densa, quella che monda, che umanizza, che unisce.
Insomma l’amico di Santo, Alex, l’ha fatta grossa ed è finito in una clinica per malati psichici e precisamente a Villa Navis (Stultifera Navis, la Nave dei Pazzi, come ricorda quel dipinto di Bosch conservato nello studio del neurologo).
Bardi non lo vedeva ormai da dieci anni. Cosa può mai essere accaduto ad Alex? Sarà stata la malinconia che avvolge l’uomo in un non ritorno? Oppure la vita stessa così bastarda da ingabbiarti nel dolore e nell’atroce malinconia?

“Quando l’argine si rompe io non avrò un posto dove andare”, recitava così una  vecchia canzone blues tanto amata da Alex.

La storia è ricca di luoghi e di aneddoti. 
In un andirivieni spazio-temporale, attraversiamo il Sud, la tomba della Medusa, Marina Piccola, Roma e Budapest ritratta in una dimensione da sogno, come in un film.  
Appuntamento abituale per Santo Bardi? Ovviamente alla stazione alle sette e cinquanta e puntuali, perché c’è il treno da aspettare con i colleghi precari. Due chiacchiere piacevoli con il Prof. Baj, filosofo anche di fatto, e via a scuola magari a leggere e a sognare Buzzati.
E mentre fanno capolino tanti personaggi (ben definiti e fuori dal comune come Lunatìc e la sua musica e l’Uomo-dalle-mani-in-tasca) la trama ritorna sempre ad Alex, alle sue sparizioni controllate che tanto affascinavano Santo Bardi, Santobardi, Santo, Sante come lo vogliamo chiamare lui c’è sempre con la sua disponibilità e generosità. 
Comunque, chiamiamolo Bardi, anche perché il nome Santo non l’ha mai digerito.  
Ho apprezzato il gran numero di presenze femminili, ognuna con il suo odore, profumo e colore. La mamma di Bardi, Alba Laura, Paola, Ester, Salvatore, le africane, Aga, Ivanka e Ida la sorella di Alex “con quella ruga al centro della fronte come una trincea”.
Dimenticavo la Zia incontrata in clinica (che poi zia di Bardi non era). 

C’è tanto in questa storia da farti scoppiare il cuore e il cervello. 
Originalità nella trama, nello stile e conclusione dei vari capitoli incisiva al massimo. È quel rimanere sospesi che fa la differenza e poi l’uso preciso degli avverbi, mai a caso. 
Alex – Santo | Santo – Alex è un entrare dentro l’altro ed uscirne ogni volta più forti e più completi.
Una storia che affronta il dolore, la ricerca personale, l’amicizia perduta e la speranza. 
Alessandro Galano è uno scrittore che non resta in superficie, non gli appartiene e non ne sarebbe capace. 
Galano usa le parole del ragionamento e del sentimento e sicuramente si posiziona nell’avanguardia
Ho visto tanto in questa storia. 
La cosa più bella? Rivedere quelle immagini ad occhi aperti.

Ringrazio l’autore perché non mi capita spesso di essere accarezzata da pagine così belle. E perché mi ha emozionato con questa storia tanto strana che poi strana, strana non è.

Onorata e grata di averla ricevuta e letta in anteprima. 
Felicissima di averlo ospite nella Rassegna Pagine d’Autore 2021.

Alessandro Galano è nato a Foggia nel 1982. È giornalista, docente e responsabile eventi per la libreria Ubik di Foggia. Cura la comunicazione di “Leggo QuINDI Sono – Le giovani parole”, premio letterario dedicato all’editoria indipendente. È tra i fondatori della testata “Foggia Città Aperta” e si occupa della rubrica La versione di… su “Jazzit”. Ha pubblicato racconti su varie riviste. L’uomo che vendette il mondo è il suo primo romanzo.

Anni fa, guardando qualcosa di strano!

Rassegna Pagine d’Autore 2021

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