CARLO È USCITO DA SOLO

ENZO GIANMARIA NAPOLILLO
Feltrinelli, 248 pagine, 15 euro

Enzo Gianmaria Napolillo torna con il suo nuovo romanzo “Carlo è uscito da solo” (Feltrinelli). Ho atteso questo romanzo con grande curiosità.  

Dopo aver consigliato ai miei alunni e ai miei amici di lettura il suo precedente romanzo “Le tartarughe tornano sempre” (Feltrinelli), sapevo già che non sarei rimasta delusa dalla storia di Carlo e che nuovamente mi sarei lasciata avvincere dalle parole di Napolillo. Così è stato!

 È molto difficile trovare le parole giuste per descrivere quello che ho provato dopo aver letto il romanzo. 

“Carlo è uscito da solo” ed io l’ho seguito, aspettato. Mi ha raccontato la sua vita e mi ha permesso di entrarci lentamente e, adesso che gli sono amica, vedo le cose in maniera molto diversa. 

E’ facile voler bene a Carlo e Napolillo ce lo fa amare con delicatezza, con dolcezza, ce lo fa scoprire nel suo essere più profondo. 

Carlo ha trentatré anni e non esce mai da solo. Una passione per la matematica (conta tutto quello che gli capita) e per la musica classica, fino a quando la sua vita prende una direzione diversa. 

Carlo si chiude in se stesso e tace i soprusi subiti, le violenze fisiche e psicologiche, le ingiustizie e la derisione. Una storia di grande solitudine non voluta, non cercata. 

Il racconto si sviluppa su due piani temporali: il passato (il dolore) e il presente (la speranza). 

Circondato dall’affetto dei suoi genitori Anselmo e Rita e della sorella Giada, sembra che Carlo abbia chiuso con tutti, ma la vita sa meravigliare anche chi non vuole essere meravigliato. Sarà l’incontro con Leda che lavora in un bar dove Carlo fa colazione accompagnato dal padre Anselmo, a far scattare quella sintonia particolare. Anche Leda ha sofferto, anche Leda a modo suo è sola, ma saprà infondergli fiducia, dargli speranza, portandolo a rialzarsi, a ricostruire, a rimettersi in piedi con equilibrio e riscoprire la bellezza delle piccole cose, guardandole in modo diverso dall’uomo di oggi, troppo occupato da altro per accorgersi che la vita è troppo bella per non assaporarne gli attimi felici.

Un romanzo che grida dolore, che ci porta a riflettere, a pesare le parole, a considerare comportamenti e atteggiamenti all’apparenza scontati, ad usare il nostro sguardo con più attenzione, soprattutto quando si è genitori e non si riesce ad ascoltare e a comprendere. 

Napolillo è diretto quando racconta e con delicatezza porta il lettore ad assistere a scene di violenza e di bullismo per scuoterlo dentro e risvegliarlo dall’indifferenza. 

Un misto di emozioni e sensazioni uniche che rimarranno nel cuore del lettore. 

Sono certa che molti, dopo la lettura di questo romanzo, si prenderanno cura di Carlo. 

Consigliato per le scuole.

Carla Bonfitto

Pagine d’Autore | 26 agosto 2020
Enzo Gian Maria Napolillo
Dialogano: Carla Bonfitto e Michele Trecca, direttore artistico della libreria Ubik di Foggia.
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