Dario Levantino
Fazi Editore
266 pagine
16,00 euro
di Carla Bonfitto
Una storia difficile quella di Rosario, un ragazzo di sedici anni che vive a Palermo nel quartiere di Brancaccio e che deve fare i conti con la dura realtà che lo circonda: violenza, omertà, miseria.
“C’ho sedici anni, una mamma malata e tutta una vita davanti.
C’ho sedici anni e ho capito una cosa: i padri, i figli, li hanno sempre odiati. Lo dicono tutti: pure i telegiornali, pure gli psicologi, pure la mitologia!”
Non è una vita semplice la sua, è piuttosto una corsa ad ostacoli. Il padre ha un’altra donna e un altro figlio e ora è in carcere. La madre Maria si ammala di anoressia, dopo aver scoperto la relazione del marito. Rosario ama Anna (anche se lei ti amo non gliel’ha mai detto), frequenta una scuola che non gli insegna “a vivere” e che emargina quelli diversi e che provengono dalla periferia: sembra proprio che la vita si accanisca con i più deboli. “Brancaccio è un’escrescenza di cemento armato e spazzatura. A Palermo rione più brutto di questo non c’è.”
Ma Rosario non si arrende: ha coraggio, ama la mitologia classica e i suoi libri preferiti sono Oliver Twist e Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino. Ha una passione per il calcio – gioca come portiere alla Virtus Brancaccio -, per il mare e soprattutto è un “cuorebomba”, quello che fa la differenza per andare avanti, a testa alta tra la miseria, la povertà e i soprusi. Un cuorebomba “sa soffrire con gli altri, sa mettersi da parte…”; un cuoresecco, invece, “è un cinico, un indifferente, uno a cui importa solo del proprio successo…”.
Dario Levantino con cuorebomba (Fazi Editore, 266 pagine, 16,00 euro) ritorna con la storia di Rosario, un sequel del primo romanzo “Di niente e di nessuno” e lo fa con una scrittura diretta, coinvolgente e molto profonda che fa riflettere sui valori importanti della vita, quelli che Rosario ha difeso gelosamente con il suo cuore e con la sua forza: la famiglia, la giustizia, la cultura. Rosario ci insegna a prenderci cura dell’altro come lui ha fatto nei confronti della propria madre. “Io ho paura, ma non per me: per mia madre. Ho paura che se poi succede qualcosa, mia madre si piglia pensieri e la sua malattia peggiora.” “…perché quando un genitore si ammala non c’è cosa più giusta che a curarlo sia un figlio.”
Anche in questo romanzo, che si può leggere anche senza aver letto il precedente, ci facciamo travolgere dalla storia profonda di Rosario. Diventare grandi può essere difficile perché, a volte, la vita stessa lo è, senza distinzioni. Sicuramente l’Amore può vincere il dolore e accompagnarti nel duro percorso della vita.
Consiglio cuorebomba, e anche il precedente “Di niente e di nessuno”, perché si parla dell’Amore, della Vita e perché da situazioni di degrado si può sempre risalire se sei un #cuorebomba.
Dario Levantino è nato a Palermo nel 1986. Laureato in Lettere e filosofia nella sua città, oggi è un insegnante di italiano. Cuorebomba è il suo secondo romanzo. La sua opera d’esordio, Di niente e di nessuno (Fazi, 2018), ha vinto il Premio Biblioteche di Roma, il Premio Subiaco Città del Libro e il Premio Leggo Quindi Sono.
Dario Levantino è il vincitore della quarta edizione del premio all’editoria indipendente “Le Giovani Parole – LeggoQuINDI Sono”, un progetto concorso che mette in rete diverse scuole della provincia di Foggia e non solo. Dal 2015 si selezionano i romanzi più interessanti pubblicati dai piccoli e medi editori di qualità. I ragazzi incontrano gli autori nelle scuole secondarie superiori della provincia di Foggia, di Matera e nella biblioteca di Foggia “Magna Capitana” e alla fine i partecipanti possono votare l’autore preferito. Il progetto coinvolge anche i detenuti della Casa Circondariale di Foggia, anch’essi chiamati a votare il loro libro preferito.